QUANDO LA DIETA PUO’ ESSERE DANNOSA…

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Tra i fattori scatenanti di un disturbo del comportamento alimentare troviamo di frequente la dieta dimagrante. Molto spesso, infatti, capita che le giovani adolescenti, per il desiderio di migliorare la propria forma corporea, intraprendano diete fai da te, diete trovate sui giornali, o consigliate dalle amiche,  spesso restrittive e non equilibrate. Quando la dieta non è elaborata da un professionista e non è calibrata sulle effettive esigenze nutrizionali dell’individuo, può dare origine a veri e propri “danni” sia a livello biologico, che psicologico e comportamentale.

Una dieta eccessivamente restrittiva o fortemente sbilanciata è una dieta che non fornisce all’organismo la quantità necessaria di energia e nutrienti per mantenere le funzioni biologiche e svolgere le attività di tutti i giorni. Questo può comportare:

Danni Biologici:

  •   Abbassamento del Metabolismo basale: per far fronte al deficit energetico, il nostro organismo mette in atto dei meccanismi di risparmio e, per adattamento metabolico, il consumo energetico giornaliero si riduce
  •   Compromissione della composizione corporea: quando la perdita di peso avviene molto velocemente per una forte restrizione calorica, ciò che si perde è spesso massa magra, acqua e massa muscolare. Quando poi si recuperano i kg persi, invece, si recupera massa grassa, diventando, paradossalmente, più grassi di prima!
  •   Probabili carenze di macro o micronutrienti
  •   Rischio di ipoglicemia e chetosi da carenza di carboidrati
  •   Alterazioni ormonali e rischio di amenorrea ( scomparsa del ciclo mestruale )
  •   Aumento dei neurotrasmettitori che favoriscono la fame
  •   Diminuzione dei livelli di serotonina (dovuta alla riduzione dei carboidrati nella dieta) con variazioni del tono dell’umore

Danni comportamentali e psicologici:

  •   Iperalimentazione di risposta alla restrizione, con probabile perdita di controllo e abbuffate compulsive
  •   Alterazione dell’umore, con possibile depressione, irritabilità, ansia, apatia
  •   Preoccupazione per il cibo
  •   Senso di colpa quando si trasgredisce alla dieta, con conseguente perdita di fiducia in sé stessi e sviluppo di pensieri fallimentari: si instaura circolo vizioso restrizione- perdita di controllo-abbuffata compulsiva- sensi di colpa- depressione e fallimento- aumento del peso- nuova dieta restrittiva

Inizialmente, di fronte al calo di peso ottenuto con la dieta restrittiva, la persona si sente in forze, è entusiasta e prova piacere nel riuscire ad esercitare un controllo su ciò che mangia e sul proprio peso corporeo. In una seconda fase, invece, a causa delle conseguenze negative che la restrizione porta all’organismo, compaiono depressione, irritabilità, senso di frustrazione quando si sgarra, con conseguente perdita di autostima e fiducia in sé stessi. Tutto ciò alla lunga contribuisce ad instaurare un rapporto non sereno con il cibo e con il proprio corpo, favorisce la nascita di pensieri disfunzionali riguardo il cibo e la dieta e porta l’individuo a vivere una situazione di disagio che può trasformarsi in un vero e proprio dca.

Il termine dieta, invece, deriva dal greco “DIAITA” e significa “STILE DI VITA” ovvero l’”Insieme di pensieri, sentimenti, comportamenti, attitudini e norme di vita atte a mantenere lo stato di salute.”
Non, quindi, un regime alimentare restrittivo, da seguire per un periodo limitato di tempo, finalizzato alla sola perdita di peso, ma un’insieme di abitudini alimentari, motorie e di vita finalizzate a migliorare la salute ed il benessere psico-fisico della persona.

Se c’è una reale necessità di perdere un po’ di peso, è opportuno farlo seguendo un opportuno percorso di educazione alimentare e motoria: il fai da te può diventare pericoloso, soprattutto in una fascia d’età delicata come quella dell’adolescenza, dove vi è un maggior rischio di andare incontro ad un vero e proprio disturbo alimentare.